Lettera, ironica, sui furgoni delle consegne e-commerce

Gentilissimo Direttore,
ho notato che, da un po’ di tempo, il caro Gerardo De Rosa non scrive più delle condizioni in cui versano le strutture sportive arzanesi (palestre, campo sportivo, ecc.), con conseguente denuncia delle difficoltà che i diversi sodalizi sportivi locali incontrano per svolgere le loro attività.
Il caro Gerardo, al quale mi lega amicizia ed affetto, spero abbia smesso di occuparsi dell’argomento ed abbia finalmente compreso come le discipline sportive praticate storicamente ad Arzano, e che hanno portato anche lustro alla nostra città, siano ormai obsolete e prive di fascino per i nostri giovani concittadini.
Gerardo, come ho fatto io, deve capire che le stutture sportive locali non servo più come una volta, perchè oggi ad Arzano lo sport più praticato è la “corsa dei furgoncini” che, come si può intuire, non necessita né di palestre, né di campo sportivo.
Per chi non lo sapesse, come il nostro Gerardo, questa nuovo sport, almeno credo di aver capito così, prevede lo svolgimento di gare di velocità tra furgoncini appartenenti a differenti scuderie che si distinguono, tra loro, per il colore dei veicoli; quindi, tanto per capirci, abbiamo: la scuderia rossa, quella nera, quella gialla, quella bianca e così via.
Le sfide, sempre se ho ben inteso, si svolgono su alcune strade di Arzano tutti giorni (eccetto la domenica) nelle ore mattutine e pomeridiane, e vedono impegnati questi novelli Leclerc in corse a tempo.
Spesso mi è capitato di trovarmi alla guida della mia macchina, che pure assomiglia ad un furgoncino, a percorrere inavvertitamente le strade della nostra città proprio durante il corso di una gara e, così rappresentare, mio malgrado, un ostacolo al corretto svolgimento delle competizioni. Giustamente, i piloti impegnati mi fanno subito notare stizziti la mia abusiva presenza sul circuito di gara con segnalazioni acustiche, luminose e gestualità varie, alle quali rispondo sempre in modo… civile ed urbano.
Io quindi, prima di tutto, vorrei approfittare della Tua ospitalità per scusarmi con costoro per tutte quelle le volte che sono stato di intralcio allo svolgimento di un match race.
Però voglio dire, a mia discolpa, che la mia presenza è assolutamente involontaria: le gare, infatti, non sono sufficientemente pubblicizzate.
Per questo, ed anche al fine di agevolare e migliorare questa nuova pratica sportiva, sommessamente mi permetto di suggerire alla “federazione organizzatrice” di promuovere meglio gli eventi, dando massima diffusione degli orari e dei percorsi delle competizioni, anche a mezzo social (che non costa nemmeno tanto). Poi, sarebbe anche utile assumere delle figure come “direttori di pista” o “ispettori di gara” da disseminare lungo il circuito interessato per sagnalare, agli ignari avventori come me, lo svolgimento del gran premio (capisco però che questo potrebbe costare una cosina di soldi in più).
Mi permetto, altresì, di fare un’ultima proposta: pare che il percorso, dopo la partenza che avviene direttamente dai box, venga svelato ai contendenti un poco alla volta durante tutto lo svolgimento della gara, costringendo i piloti a consultare continuamente i loro smartphone mentre guidano. Ora dico io: non sarebbe opportuno, sempre per rendere le gare più interessanti e sicure, dotare i “bolidi furgonati” di qualche nuova tecnologia, tipo un apparecchio fisso sul cruscotto facilmente attivabile con comando vocale del pilota? Vuoi vedere che non è stato già inventato un coso del genere?
Concludo con un proposta anche per Gerardo: perchè non intraprendere una “battaglia” giornalistica per la realizzazione di un bel circuito automobilistico ad Arzano con i fondi del PNRR? Magari, poi, proprio per non rompere tutti i ponti con il passato, lo si potrebbe chiamare “Autodromo Sabatino De Rosa”.
Gentilissimo Direttore, ancora una volta, Ti ringrazio e saluto Te e Gerardo.
Lettera firmata
(Nella foto un furgoncino mentre effettua un pit-stop. Quante infrazioni in colpo solo?)