Attualità

Il colore dell’infamia

  • Gennaio 26, 2023
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Il colore dell’infamia

(Giovanni Bevilacqua) La leggenda vuole che durante la sua ascesa al calvario Gesù si fermò un momento per bere, un ebreo gli si avvicinò e gli disse «Vattene da qui!». Gesù rispose: «Io me ne vado, ma tu dovrai aspettarmi finché ritornerò». Da qui l’origine dell’errante eterno: escluso dalla comunità umana, l’ebreo girerà il mondo in cerca della salvezza che ha perduto per sempre.

Già dalla metà del VII secolo il califfo arabo Omar II impose che gli ebrei portassero sul petto un pezzo di stoffa a forma di maiale; anche i cristiani dovevano portarne uno a forma di scimmia.

«Il colore giallo era frequentemente marcatore di marginalità…», scrive Giuseppina Muzzarelli. Marginalità tanto forte da renderlo il colore del “segno” che gli ebrei erano costretti a portare in ogni parte d’Europa fin dal XII secolo. Giallo diventerà il colore dell’infamia. Gialla era la stella che fu imposta agli ebrei in Germania, prima ghettizzati e poi sterminati.

L’Italia nel 1938 doveva trovare un nemico, come in Germania, e s’inventò di perseguitare gli italiani rei soltanto di professare la religione ebraica. Erano italiani, bastò una legge infame per farli diventare stranieri, altro da noi, pericolosi, da isolare e magari liberarsene. Vennero imprigionati e tanti trasportati nei crematori tedeschi dove moriranno a migliaia. Il ventisette gennaio dovrebbe essere la giornata della stella gialla, per ricordarci che un piccolo segno ha prodotto una infinita infamia. Sti ddoje stelle li ssaccio i’ sulamente / dint’a lu core ne tengo li ppònte, teniamo nei nostri cuori tutte le stelle che la stupidità umana ha cercato di spegnere.

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