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L’addio a Maurizio Costanzo

  • Febbraio 27, 2023
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L’addio a Maurizio Costanzo

Di Simone Paride Russo

14 Settembre 1982. La data di un capitolo della televisione e del Giornalismo culturale televisivo, che darà il là a quella che sarà l’Enciclopedia della realtà chiamata, televisione Italiana degli anni 80 e 90 e che attraverserà con  le sue storie, il nostro paese, fino ad oggi. Il giorno dell’ultimo saluto a Maurizio Costanzo, distante un quarantennio esatto dalla data che abbiamo riportato in cui nacque l’omonimo show, scoprendo innumerevoli talenti, e che vide quell’uomo placido, ma dallo sguardo sempre attento, coltivare ognuna di quelle persone, a distanza senza mai perderle: la presenza ai suoi funerali, ne è stata la prova lampante ed incontrovertibile.

Il suo piglio,la voce sempre ironica e pacata, mai volgare, mai fuori luogo, persino quando il suo prestigio fu conclamato dopo  anni dai suoi esordi. Il contributo radioamatoriale, mai sospeso, nulla veniva lasciato indietro; gli innumerevoli, poliedrici interessi, coltivati e declinati nell’informazione primaria avvalendosi della televisione come canale di cultura, di modalità d’insegnamento e di  educazione visiva; alla luce dell’exempla, la vita come show appunto, per apprendere ed imparare, ridere quanto riflettere, interrogarsi: ecco cosa aveva come fine ultimo l’opera di Maurizio Costanzo.

 La domanda, diretta, semplice, mai impertinente, ma spesso scomoda perché atta ad andare oltre l’apparenza; ciò che poteva essere finzione o preparazione, Maurizio lo aborriva, lo detestava e questo era tradotto nell’essenza della sua persona.

Raccontare, ma anche porre uno specchio che illustri, ricchi e poveri, belli o brutti, politicamente scorretto perché il confine non esiste, politici, attori, artisti, cantanti, scrittori, giornalisti colleghi, imprenditori, personaggi del momento e vite anonime. Non c’è una scala di merito o di prestigio, c’è solo l’uomo o la donna, e questi vanno esposti , mostrati, perché ognuno rappresenta nel suo singolo percorso, ciò che siamo come società. Come persone.

Se si potesse, tracciare un pensiero teorico della sua carriera è sicuramente l’assunto che: la società è un sistema in continuo movimento,  un perpetuo cambiamento che si autoregola e genera le proprie regole ed eccezioni singole e costanti a sé stessa; tutto questo processo va così indagato e osservato, perché solo l’osservazione di ogni piega possibile, può migliorarla, in modo da “autopulirsi” per prendere a prestito un concetto.

Maurizio ha così illustrato col suo modus operandi, un ideale estensione di sé stesso senza parlar di sé,  mostrandone il modo concreto del “fare” televisione, senza orpelli, senza ampollosa retorica.

Se ne sente già e sempre maggior mancanza di persone, anime e uomini di tale spessore, che come dei padri, accompagnano intere generazioni, e al momento opportuno, senza chiasso, si congedano.

Buon viaggio Maurizio. Grazie per tutto ciò che hai regalato con la tua vita e la tua professionalità, a questo popolo italiano.

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