Villa comunale, la disavventura di un papà e dei suoi figli

Riceviamo e pubblichiamo
Vi scrivo per raccontarvi un fatto.
Domenica scorsa, il 03-11 mi trovavo nella villa di Arzano insieme ai miei 2 figli di 12 e 9 anni. Loro passeggiavano, correvano, giocavano per conto loro mentre io li seguivo con lo sguardo da lontano il pomeriggio scorreva tranquillo: la villa si animava di gruppetti di ragazzini, persone anziane, gente sedute allo chalet. Ad un certo punto i miei figli mi chiedono di sedersi su una panchina per giocare un po’ con i loro cellulare. Io siedo ad una panchina accanto a loro e, ad un certo punto noto un gruppo di ragazzini che si avvicina, e dal gruppo esce un bambino che poteva avere non più di 10 anni. Si avvicina ai miei figli chiamandoli “brò, bro, hey bro!” con in mano una pistola giocattolo, gliela mostra, poi la punta contro di loro e gli dice “dammi quello che hai!” I miei figli gli danno poca importanza, credendo che fosse uno scherzo. Io, che mi trovavo seduto alla panchina affianco, resto seduto ma seguo tutto con lo sguardo senza reagire, anche per capire se davvero forre uno scherzo o no! Il bambino insiste ma poi quando realizza che io ero il padre, li saluta e continua a camminare brandendo la pistola con fare da adulto…cioè da prepotente, perché una persona adulta non si comporterebbe così! Io non potevo credere ai miei occhi! Lavoro da 30 anni a Scampia, come educatore prima e psicologo poi, ma una scena di degrado del genere non l’ho mai vissuta! E mi chiedo: se si fosse trattato di uno scherzo, mi chiedo dov’è lo scherzo! Se non fosse stato uno scherzo allora la situazione è ben più grave! Nonostante la mia presenza il bambino ha continuato ad agire la sua condotta o recita criminale, e cosa sarebbe accaduto se non ci fossi stato io? La villa comunale il pomeriggio dei weekend è terra di nessuno: quando accompagno i miei figli vedo bande di ragazzini di un età media intorno ai 13 anni che si incrociano, si sfottono, e quando si arriva alle mani e subito dopo si chiamano fratelli maggiori o genitori che continuano la zuffa iniziata dai bambini! con le conseguenze che si possono immaginare! Scooter che entrano non so da quale ingresso! Per il lavoro che svolgo con le famiglie da circa 30 anni, prima di chiedermi dove sono i controlli o le istituzioni mi chiedo: DOVE SONO I GENITORI? A litigare come marito e moglie mentre i figli iniziano per gioco una potenziale carriera criminale che, come dimostrano gli avvenimenti degli ultimi mesi, li può portare ad uccidere o morire per un non nulla? E i padri dove sono? A fare gli amici dei figli pur di non perderli?
E dalle istituzioni quali politiche a sostegno delle povertà educative? Esiste un Ambito Territoriale? E cosa si muove per le famiglie? Aspettiamo che piccoli criminali crescano per poi dare la colpa alla società?
Vi scrivo per portare la mia testimonianza di qualcosa che è successo per gioco ( se gioco lo si può chiamare) ma che potrebbe evolvere in una deriva malavitosa!
E nel ringraziarVi per l’attenzione che mi avete dedicato nel leggere questo messaggio, resto disponibile per qualsiasi contatto, anche per portare la mia testimonianza dinanzi una telecamera.
Un saluto cordiale.
(l’autore della lettera è persona nota alla redazione).
