
(Ricerca a cura di Pasquale Palladino)
Legislatura XVII – 1a sessione – discussioni – tornata del 13 giungo 1891
Discussione del disegno di legge per autorizzazione a Provincie e Comuni di eccedere il limite della sovraimposta.
Intervento dell’onorevole Matteo Renato Imbriani
<<…Tanto varrebbe essere meno ipocriti; e sarebbe meno ipocrita la legge che togliesse ogni limite, e dicesse ai Comuni o allo Provincie: fate il contrappelo ai contribuenti a vostra volontà! Ma spesso queste sovrimposte non provengono punto da necessità, ma da spese voluttuarie; come, per la strada che deve essere accomodata pel sindaco, per la casa comunale che deve raggiungere un certo maggior splendore, o simili.
Ma, concessa questa facoltà a tutti i Comuni, che cosa accade? Accade che ci sono dei sindaci, i quali assegnano a loro stessi dei grossi emolumenti, e poi vengono a chiedere i centesimi addizionali perché li paghino tutti i contribuenti. … Accadono dei casi veramente strazianti; brutti. Potrei citarvi il caso di un povero lavoratore, il quale ogni giorno si recava in Napoli da un comunello là vicino, Arzano, per trovare lavoro e campare la vita. Ebbene, un giorno che non aveva guadagnato che mezza lira, prima di rientrare in Arzano, sotto una pioggia dirotta comprò in una taverna sulla strada, fuori dazio, due chili di pane a cinque soldi l’uno, perché in Arzano costavano sette soldi a causa del dazio. Giunto al paese gli fu addosso subito la guardia daziaria. “Che porti là sotto, mariuolo?”
Egli si era coperto col sacco perché pioveva. Lo trascinò sotto la tettoia, e là trovò i due pani. “Eh! Per questa volta non pagherai che la multa doppia, di 20 centesimi.” Il poveraccio non possedeva un soldo, ed allora nacque una specie di conflitto tra lui e il gabellotto. Poiché il pubblicano gli ebbe a lanciare una frase crudele, quando l’altro affermava di non avere un centesimo e di non aver nulla da dar da mangiare ai figli. E quello rispose: “ Lo darò ai cani il pane, se non hai danaro!”
Comprendete bene che quando lasciate i Comuni od il popolo in questa condizione tremenda, dovreste almeno mettervi una mano sulla coscienza prima di votare nuove gravezze. Invece qui si vota con una facilità grandissima; si vota senza neppure discutere; si vota alle volte e si sarebbe votato anche ieri, senza che fosse stato presente in rappresentante del Governo, e mi pare neppure il relatore.
(pubblicato su “La Voce di Arzano” numero di luglio 2012)