Ciclismo. Prima Targa Saf (Stabilimenti Artistici Fiorentini)
(Ricerca a cura di Pasquale Palladino)
Il Littorale, 25 Novembre 1930
L’imprevisto successo di Barese nel Gran Premio Maino e l’occasione offerta al campione campano Fortunato Cristiano di riscattare la sfortunata prova di domenica scorsa: ecco i due fattori che fanno accrescere di mille cubiti l’interesse della nuova gara per allievi denominata Targa Saf. La corsa presenta un evidente valore di prova di appello per vincitori e vinti del Gran Premio Maino e peraltro pel suo congegno si differenzia nettamente dalla precoce disputa, mentre costituisce un confronto più probatorio, appunto per la sua caratteristica di gara a circuito, invece che in linea. La gara è organizzata dall’ufficio di rappresentanza per l’Italia Meridionale degli Stabilimenti Artistici Fiorentini (Saf), fabbrica di Coppe, Targhe, Medaglie e distintivi per tutti gli sports. La gara si effettuerà il 23 novembre 1930 con classifica a traguardi attraverso otto giri di un carosello stradale (Km 56): Piazza Granili, Via Reggia di Portici, Via Breccie, Via Gianturco, Via Argine. La partecipazione dei concorrenti è limitata a 15 corridori tesserati all’Unione Velocipedistica Italiana (U.V.I.) appartenenti alla Categoria Allievi appositamente designati: Cristiano Fortunato, Lamonea Giuseppe, Barese Pasquale, Camerlingo Gennaro, Cioffi Carmine, Spinoso Giovanni (Gruppo Sportivo Cotoniere); Acerbo Ferdinando, Palladino Luigi (Gruppo Sportivo Ferrotramvieri); Carobello Antonio, Sguariglio Benito (Fascio Sportivo Lepori); De Nicola Pietro; Schettini Luigi, Liguori Raffaele (Dopolavoro R. Mussolini); D’Avino Sebastiano (Unione Sportiva Branili); Schiattarella Gaetano (Unione Sportiva Arzano). Primo classificato: Lamonea Giuseppe, impiegando ore 1.47’ alla media oraria di chilometri 31,380. La grande targa in bronzo degli Stabilimenti Artistici Fiorentini rimane aggiudicata al Gruppo Sportivo Manifatture Cotoniere di Napoli, per avere avuto il maggior numero di classificati nei primi cinque.
(Già pubblicato su La Voce di Arzano, giumo 2024)
